Quando si parla di educazione nel cane, non si fa riferimento, come molti potrebbero immaginare, ad un comportamento garbato, di belle maniere, piuttosto che corretto, termine peraltro molto discutibile quanto soggettivo, ma piuttosto dell'insieme degli interventi volti a formare la personalità o conoscenza intellettuale del soggetto. Sotto questo termine vengono infatti raccolte le norme delle attività tendenti a sviluppare nel cane determinate facoltà, o ad evidenziare le sue attitudini, abituando il cane e voi stessi, progressivamente, a convivere con una serie di regole comportamentali di vita sociale da entrambi riconosciute. In buona sostanza, l'educazione non si risolve con la lezioncina in cui il vostro amato Fido, impara a sedersi, sdraiarsi o a darvi la zampa, ma è un percorso lungo e talvolta tortuoso, che porta alla meta della costruzione di un rapporto equilibrato 'cane-padrone'. La logica conseguenza di quanto affermato evidenzia quanta importanza assume il vostro intervento nella costruzione, giorno dopo giorno, di un rapporto 'equilibrato' e di un legame affettivo e di fiducia inossidabile.
E' inevitabile che questo tipo di rapporto sia profondamente influenzato o condizionato dalla conoscenza, che la famiglia che accoglie Fido ha dell'universo cane e quanto più o meno consapevolmente è spinta da determinate pulsioni nell'adozione dell'amato amico per la vita. Ed è altrettanto vero che lo stesso rapporto verrà costruito in relazione all'idea del soggetto cane che alberga nella mente e cultura di ogni individuo che affronta questa avventura. Non sempre una precedente esperienza può essere d'aiuto poiché, come detto, ogni cane e in generale ogni animale differisce dall'altro, per cui il tentativo di standardizzare un unico approccio, oltre che fallimentare, potrebbe rivelarsi fonte di difficoltà anche per le persone più preparate. Anche se a molti il paragone risulterà indigesto, è come se voi pensaste di educare i vostri figli con un manuale in mano. Il cane in generale nasce con una sua personalità innata, unica e probabilmente irripetibile, ma uno degli aspetti peraltro naturale, che maggiormente incide sulla sua adattabilità e sul processo educativo, è il suo livello di dominanza. Questa caratteristica e l'ambiente che lo circonda, saranno fattori fondamentali nel determinare con successo l'inserimento del cane nel nuovo branco (la vostra famiglia).
Vi sono cuccioli che necessitano di relazionarsi, per la loro natura, con persone esperte, o meglio con persone in grado di esaltare le qualità individuali e di correggere i difetti. Infatti, solo l'esperienza è in grado di consigliare un intervento fermo ed autorevole, piuttosto che fermo ma sensibile ed affettuoso. I cuccioli possono infatti essere dominanti, eccessivamente dominanti, ma anche timorosi, sensibili o insicuri. Tutte queste connotazioni, indistintamente, possono portare, se non correttamente gestite, a problematiche comportamentali (cane aggressivo, mordace, ecc.), o a vere e proprie fobie (rumori, ambienti, luoghi, ecc.). Nonostante il naturale carattere del Bovaro del Bernese non lo porti ad essere considerato un cane problematico, questo non vuol dire che se dominante, non possa creare problemi nel nucleo famigliare.
Di nuovo, il lavoro attento, capace e consapevole di un buon allevatore, dovrebbe mettervi, con un'elevata percentuale di sicurezza, al riparo da caratteri particolarmente difficili, ma non dimenticate mai che la natura è meravigliosamente imprevedibile e voi dovrete essere preparati a questi imprevisti. Non solo questi imprevisti possono essere causa di problemi, ma perfino i comportamenti più banali e scontati del vostro cane, possono potenzialmente rivelarsi devastanti per il rapporto che state iniziando. Se prendete ad esempio il nuovo cucciolo che invaderà la vostra abitazione, si dovranno considerare un certo numero di malanni a corredo e la capacità di correggere in maniera corretta quanto efficace, inducendo nel cucciolo stesso la consapevolezza dell'errore, ridurrà o eliminerà completamente la possibilità di cadere in un pericoloso circolo vizioso. Infatti, se nel tentativo di risolvere il problema non si interverrà con una conoscenza e coscienza reale e concreta, probabilmente il fenomeno si presenterà nuovamente, aggravando la situazione ed innescando in voi reazioni sempre più spropositate. Il risultato finale sarà rappresentato dalla perdita del controllo da parte vostra, che scaturirà in punizioni fuori luogo o alla sottomissione alle cattive abitudini del vostro cane. Risultati opposti che in comune non avranno altro che l'effetto di disorientare ulteriormente il vostro cucciolo, che non riuscendo a spiegarsi la situazione, la perpetuerà, innescando appunto il circolo vizioso.
E' facile capire quindi che le urla e le punizioni corporali non vi aiuteranno, anzi, non essendo comprensibili dal cucciolo, lo indurranno progressivamente a perdere la fiducia nei vostri confronti e in generale negli uomini. Premettendo che l'utilizzo delle punizioni fisiche possono solo essere sintomo di incapacità di affrontare la situazione, l'indesiderato effetto collaterale, molto più grave e pericoloso della percossa in se, è l'inibizione del naturale istinto di difesa del branco e del capobranco (per intenderci di voi e della vostra famiglia). Piuttosto si andrà a rafforzare inesorabilmente il suo istinto di sopravvivenza o conservazione, che prendendo progressivamente il sopravvento potrà portare a conseguenze estremamente pericolose per la vostra incolumità. Questi soggetti non sono cani cattivi o pericolosi, come troppo spesso succede si etichettino, ma semplicemente disorientati da un vostro responsabile quanto errato approccio, che ha indotto il vostro cane, per indole protettivo nei vostri confronti, ad essere invece aggressivo proprio con voi. Se arriverete a situazioni di questo tipo, il passo successivo, inesorabile, sarà quello di non considerare più il vostro cane come l'amico per la vita, ma come 'il problema'. La comoda e barbara conseguenza per troppe persone, nell'incapacità di riconoscere la propria responsabilità in merito, sarà quella di prendere in considerazione come una vera e propria liberazione, soluzioni estreme come l'abbandono. Noi non ci fermiamo solo a condannare fermamente chi perpetua azioni di questo tipo (finalmente perseguibili per legge), ma condanniamo con forza chi, nella cinofilia, non fa sufficiente informazione e contribuisce attivamente a creare situazioni in cui le persone, frustrate dal continuo insuccesso nelle aspettative con il proprio cane, arrivano a prendere queste irrazionali decisioni.
Per fortuna non tutti, comunque, arrivano a soluzioni estreme (anche se ancora troppi), ed ognuno di voi avrà un proprio approccio con l'universo 'cane', direttamente dipendente dalla vostra indole, dalla vostra predisposizione e attitudine, ma anche e inevitabilmente dalla vostra cultura in termini di cinofilia. Ci saranno padroni integralisti, che non faranno altro che elogiare, con grande trasporto, il proprio cane, coinvolgendolo in ogni loro attività quotidiana, parlandovi solo di quanti vantaggi si hanno nel vivere con un cane, il loro cane, perfetto, in tutto, trascinandolo costantemente in esposizioni, prove, e così via. Ci saranno padroni equilibrati, che lasceranno a se stessi e al cane il proprio spazio, responsabili e consapevoli, che costruiranno i presupposti per godere fino in fondo i vantaggi che scaturiscono dalla convivenza cosciente con il cane. Ne parleranno con allegria, raccontando gli oneri e gli onori senza mai eccedere. Anche questi padroni parteciperanno probabilmente a qualche esposizione con i loro cani e con un approccio diverso. Ci saranno padroni esteti, presenzialisti, che tenderanno a considerare il loro cane espressione della propria condizione sociale, relegandolo a guardiano dei propri preziosi beni, senza trarre alcun vantaggio psicologico o arricchimento personale dal rapporto con il loro cane. Ci saranno padroni preoccupati, o alienati, che passeranno il loro tempo raccontandovi tutti gli inevitabili e irrisolvibili problemi legati alla convivenza con il cane, peraltro attribuendogli in maniera del tutto gratuita la totale responsabilità. Ogni goccia in più, in ogni momento, potrà essere quella che facendo traboccare il vaso li indurrà a ricorrere a soluzioni barbare.
Ci saranno i padroni stanchi, irrimediabilmente stanchi, che prima o poi, senza alcun senso di colpa, abbandoneranno l'incolpevole 'amico per la vita'. Sarebbe molto interessante sapere quanti padroni inizialmente integralisti, finiscano per diventare, inghiottiti da una spirale perversa, prima alienati e in ultima istanza stanchi. Perché anche questa è educazione, o pensavate che parlassimo solo dell'educazione del cane? L'abbandono, nella sua tragica essenza, rappresenta la sconfitta di chi, ignorante, ha affrontato un'impegnativa scalata in montagna, irta di pericoli e generosa di straordinari paesaggi che colmano il cuore, senza essersi mai allenato. La colpa non sta nell'aver rinunciato (abbandono), per altro comprensibilmente, la colpa sta nel non essersi preparati prima (allenamento) e la ferita inferta a se stesso, anche se inconsciamente e alla montagna (il vostro cane), rimarrà irrimediabilmente per sempre. L'educazione, la nostra educazione, dovrebbe considerare ogni espressione della natura, degna, sempre, del nostro rispetto, perché unica, irripetibile, VIVA. Abbandonare un cane, un essere vivente, capace come voi di ridere e di piangere, vuol dire macchiarsi di un crimine tra i più barbari, verso chi, senza chiedergli nulla, avete adottato, illuso e tradito.
Se il livello di preparazione a questa incredibile avventura fosse stato all'altezza, in queste situazioni, abituando ed educando il cucciolo e il padrone ad una corretta convivenza, evitando punizioni dolorose quanto inutili, con l'obiettivo di migliorare, giorno dopo giorno, il comportamento di Fido, probabilmente un numero cospicuo di cani straordinari abiterebbe ancora con il proprio padrone. La consapevolezza è un aspetto fondamentale nell'educazione dell'essere umano quanto di chi lo circonda, pertanto è molto presuntuoso pretendere dagli altri (il nostro cane), ciò che noi stessi non abbiamo. Forse a molti non è ancora sufficientemente chiaro cosa si fa quando si adotta un cucciolo e si cresce, educandolo: ci si sostituisce alla Natura.
Essere quindi consapevoli degli aspetti cruciali nella crescita del cane, dal punto di vista comportamentale, diventa essenziale se si vuole raggiungere un equilibrio nel rapporto che si andrà ad instaurare giorno per giorno. Il soddisfacimento delle vere esigenze del cane, dal punto di vista dell'educazione e perché no dell'addestramento, consentirà a tutti coloro che gli vivranno accanto di raggiungere al più presto un fattore affidabilità più che soddisfacente, anche in condizioni impreviste. Essere in grado di correggere nella maniera opportuna comportamenti o tendenze non desiderate e sviluppare le qualità insite in ogni cane, rappresenta a nostro modo di vedere un dovere da parte delle persone che vi convivono. In Natura, per far vivere un cucciolo come animale selvaggio, una madre lo fa e se voi avete coscientemente deciso, come detto precedentemente, di sostituirla, beh, allora dovete essere in grado di farlo anche voi, per farlo vivere bene al vostro fianco. Pensatevi per un istante madre del vostro cucciolo, capirete molto di più, e molto più velocemente. Le esigenze del cucciolo sono veramente poche e semplici e il fatto oggettivo di conoscerle e saperle affrontare è senza ombra di dubbio la migliore arma che avrete a disposizione per inserire rapidamente il vostro nuovo compagno nella vostra realtà famigliare. Tenete sempre presente che un cucciolo è PICCOLO e quando verrà staccato dalla madre, per vivere con voi, sarà ancora piccolo e avrà bisogno di dormire, anche per lunghi periodi, tutti i giorni. E' importante che assolva a questa funzione primaria, poiché le conseguenze, in caso di non ottemperanza, potrebbero minarne seriamente la salute. D'altro canto, vi ricordavate a 3 mesi ? Come forse già detto, è importante identificare un luogo tranquillo dove il piccolo possa ritirarsi, in completa autonomia e tranquillità, quando ne ha voglia, per non essere disturbato e se fosse possibile, non sarebbe male abituarlo a riposare sul morbido (una coperta andrebbe benissimo); ai cuccioloni piacciono molto, in generale, gli oggetti morbidi.
Dovreste evitare di lasciarlo da solo le prime notti in cui verrà ad abitare da voi, poiché mai è rimasto solo; insieme a lui vi è sempre stata la presenza della madre, dei fratellini e sorelline e la solitudine non è una condizione esaltante con la quale iniziare un rapporto. Personalmente ho sempre dormito 2 o 3 notti in compagnia dei cuccioloni, per altro con grande piacere, confortandoli e consolandoli nelle ore notturne; vi assicuro che i vantaggi che ne ho tratto sono stati enormi. Il mio consiglio, a meno che non sia una vostra prerogativa, è di non fa dormire il cucciolo nella vostra stanza da letto, poiché è certamente più comodo per voi ma lui non capirà l'eventuale successivo allontanamento (ricordate che il cucciolo cresce). Dopo le prime notti, basterà fargli fare compagnia dal ticchettio di una sveglia, metodo poco ortodosso per simulare il battito del cuore della madre e dei fratelli, ma efficacissimo. In pochissimo tempo il vostro fagottone peloso si abituerà a dormire da solo e in questa maniera potrà riposare bene e in modo salutare, lasciando a sua volta riposare anche voi, senza tediarvi con pianti o atteggiamenti ansiosi.
Questa sarà la prima importante lezione che imparerà il vostro cane, capendo di poter contare sulla vostra comprensione così come ha potuto contare su quella della madre e il vostro rapporto non potrà che iniziare sotto una buona stella. Ricordate ancora che il cane vive in branco, di conseguenza ama vivere in compagnia e la socializzazione con l'uomo deriva da questa caratteristica naturale innata. Ricordate che il cane è un predatore e che quindi, ogni tanto, il cucciolo dovrà sfogare i suoi istinti di predatore, cacciando magari dei morbidi peluches che gli metterete a disposizione, letteralmente distruggendoli. E' errato considerare queste esternazioni come un gioco, il nostro piccolo predatore non sta giocando per niente, sta imparando, sta allenando e preparando il proprio fisico, il proprio coraggio, il proprio carattere, in una parola si sta esercitando alla vita. Non interrompetelo mai. Se volete essere costruttivi e ve lo consiglio caldamente, favoritene l'espressione interagendo con lui, come farebbe un suo fratellino o sua madre, mettendolo alla prova. L'effetto desiderato sarà doppio: lo aiuterete nella formazione del carattere e aggiungerete un altro mattoncino nella costruzione di un rapporto corretto. Infatti se abbandonato a se stesso il cucciolo ben presto capirà che il suo compagno di branco cane, perché ricordate che è così che lui vi considera, non gli da collaborazione e quindi si abituerà a decidere autonomamente, in ogni circostanza, con gli effetti più o meno indesiderati del caso, peraltro cominciando a considerarvi un suo subalterno. I vostri successivi tentativi di correggerlo sgridandolo o riprendendolo, sottoponendolo al rimprovero parlato, saranno pressoché inutili. Il cane non comunica con la parola. E' assolutamente impossibile ottenere ciò che vi siete prefissati semplicemente parlandone con il vostro cane, spiegandogli ciò che vogliamo lui faccia, anche se sembra proprio che vi ascolti e capisca (capire nel senso di comprendere, non di sentire in senso stretto). Il vostro amico Fido può legare la fonetica di alcune parole ad azioni più o meno precise, ma è soprattutto al vostro modo di esprimervi e di comunicare che lui da un significato preciso, non avendo la possibilità di comprendere il significato semantico delle frasi che voi utilizzate. Il tono ha una sua importanza, il volume no. Per cui è assolutamente inutile gridare e in generale alzare la voce, sintomo di insicurezza che lui percepisce. Il vostro cane non è sordo, anzi, l'udito assieme all'olfatto, è uno dei suoi sensi più sviluppati, ma è furbo, tremendamente furbo, non dimenticatelo mai.
In generale, per capire veramente il carattere di un cucciolo bisogna osservarlo attentamente, il più a lungo possibile, assecondandolo in quasi tutto, per poter essere successivamente in grado di correggere le sfumature indesiderate ed iniziare ad educarlo. Atteggiamenti diversi di diverse persone, in questo delicato iter, spiegano probabilmente comportamenti diversi tra fratelli della medesima cucciolata. Siamo abbastanza convinti che differenze comportamentali nel cane siano più frutto dell'imprinting del capobranco (padrone), che non di sfumature diverse ereditate da padre o madre. Comprendere il vostro cucciolo è la prima cosa da fare, la prima regola da osservare, il primo obiettivo da raggiungere, per riuscire in quella meravigliosa avventura che è educare. La seconda è riuscire a farsi capire. Quando sarete riusciti in questi due obiettivi potrete iniziare correttamente a creare un grande rapporto, dove insegnamento, apprendimento, gioco, rispetto, dedizione e amore, faranno parte di quell'unico insieme chiamato educazione.